La spinta del pubblico sarà decisiva nella corsa-salvezza. Parola di Longo

04.03.2022 12:30 di  Fabrizio Pozzi  Twitter:    vedi letture
La spinta del pubblico sarà decisiva nella corsa-salvezza. Parola di Longo
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© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Al termine della gara che l’Alessandria ha pareggiato con il Como giocata martedì scorso il tecnico dei grigi Moreno Longo ha chiuso la sua conferenza stampa con alcune considerazioni circa la scarsa affluenza di pubblico allo stadio ‘Moccagatta’ (leggi anche Moreno Longo: “Pazzesco non aver vinto. Peccato lo stadio semivuoto”).

Avevamo già trattato il tema in un nostro editoriale (leggi anche I grigi hanno vinto. Chi è rimasto a casa, invece, ha perso…) nel novembre scorso ed è evidente che il mister ha toccato un nervo sempre più scoperto. Le sue parole sono più che condivisibili e meritano alcune riflessioni.

Finora i grigi hanno giocato 14 gare interne con una media di 2.227 spettatori a partita, con la punta di 3.699 spettatori nella gara con il Parma.

Noi pubblichiamo costantemente, dopo ogni turno di campionato, i dati relativi all’affluenza negli stadi del campionato cadetto e rileviamo che la contrazione del pubblico è un dato di fatto a livello nazionale, e senza distinzione di categoria.

Per esempio l’affluenza media per le gare di serie B nel campionato in corso è di 3.721 spettatori a partita. Lo stesso dato riferito al campionato 2018/19 era di 7.412 spettatori a partita e nel campionato 2019/20 di 5.872 spettatori a partita. Lo stesso discorso vale per la serie A, dove l’affluenza media in questa stagione è di circa 15.000 spettatori a partita mentre nelle stagioni immediatamente precedenti la pandemia il dato si assestava tra i 22 ed i 27.000 spettatori per partita.

Senza addentrarci in analisi sociologiche che non ci appartengono, non possiamo fare a meno di osservare che la copertura televisiva, le gare in orari inusuali ed i turni infrasettimanali (sempre più frequenti anche per rendere maggiormente fruibile il ‘prodotto-calcio’ a livello televisivo) e le restrizioni dovute al Covid (tuttora in corso) sono solo alcuni tra i fattori che hanno maggiormente inciso sulle abitudini dei tifosi in generale, contribuendo in maniera significativa alla progressiva desertificazione degli stadi italiani alla quale anche il ‘Moccagatta’ purtroppo non si sta sottraendo.

A prescindere dalla tendenza generale che abbiamo appena illustrato è comunque difficile accettare che l’Alessandria dopo quasi mezzo secolo giochi nuovamente il campionato di serie B ed il suo stadio si riempia a fatica.

Bisogna, però, riconoscere e dare risalto al fatto che coloro i quali si recano allo stadio non fanno mai mancare il proprio sostegno indipendentemente dai risultati – questo sì aspetto non consueto – e spingono i grigi ad andare oltre le proprie possibilità, requisito che sembra essere indispensabile per provare a rimanere nella serie cadetta.

Indubbiamente la squadra, intesa nel suo insieme, percepisce questi stimoli e le parole di mister Longo hanno giustamente voluto rimarcare il fatto che un pubblico più numeroso potrebbe fornire un ulteriore, quanto determinante, impulso ai ragazzi che scendono in campo con la maglia grigia.

L’Alessandria una delle eccellenze della nostra città, e non solo a livello sportivo. Lo è anche e soprattutto perchè partecipa al campionato di serie B. Dunque è fuori discussione che rimanere in serie B sia una condizione indispensabile per garantire il futuro della squadra di calcio della nostra città a livelli eccellenti.

Se davvero esiste anche soltanto una remota ipotesi che uno stadio più affollato possa essere un valore aggiunto nella lotta per la salvezza, allora crediamo che accorrere in massa al ‘Moccagatta’ per incitare i grigi sia un atto responsabile che tutti coloro che hanno a cuore i grigi, e sono tantissimi, sono chiamati a compiere.

Il nostro non è un appello, è una constatazione. Se l’Alessandria riuscirà ad ottenere la salvezza il risultato andrà a beneficio di tutti. Se, malauguratamente, questo non dovesse accadere non sarà solo una squadra di calcio a retrocedere, ma un’intera città.