Un raduno ai confini della realtà con la certezza di un futuro incerto

31.07.2022 12:00 di  Fabrizio Pozzi  Twitter:    vedi letture
Un raduno ai confini della realtà con la certezza di un futuro incerto
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© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

L’impatto con la realtà è stato, se possibile, ancora peggiore di quanto ci si potesse attendere nonostante le premesse. Ieri l’Alessandria si è ritrovata, con notevole ritardo rispetto alle altre squadre, per approcciare la stagione agonistica 2022/23.

La società, che fino a qualche settimana fa aveva fatto della comunicazione uno dei suoi caratteri distintivi, ha deciso di non annunciare il raduno che si è concretizzato nell’indifferenza generale. 

È vero che c’erano di mezzo visite mediche e tamponi da eseguire (non sarebbe stato difficile provvedere per tempo…) ma vedere “lavorare” sul campo solo nove giocatori – sette dei quali non faranno neppure parte della rosa di questa stagione – agli ordini di un allenatore del settore giovanile non è stato uno spettacolo edificante. Non lo è stato in generale e, soprattutto, non lo è stato per un club che è (o, almeno, dovrebbe essere) in vendita.

L’inesorabile scorrere del tempo ci avvicina sempre di più ai primi impegni ufficiali e non si intravedono spiragli che possano indurre all’ottimismo. Solo un avvicendamento al vertice della società, comunque tardivo e con tutte le incertezze legate ad una ipotetica nuova proprietà, potrebbe cambiare le carte in tavola.

Davanti a quanto sta accadendo ci torna alla mente “Non ci resta che piangere”, pellicola caratterizzata dagli inarrivabili picchi di comicità del duo Benigni-Troisi nella quale i protagonisti si ritrovano proiettati nel passato.

È un po’ la stessa cosa che sta capitando a noi che stiamo rivivendo l’inizio della stagione 2010/11, quella con Veltroni presidente e Sarri allenatore, il cui epilogo è ben noto a tutti...

Ma la certezza è quella di un futuro incerto. Pur con qualche analogia – per esempio il numero dei calciatori presenti al raduno – infatti l’attuale situazione sembra, anzi è, addirittura ancora più complicata.