Pensare al futuro o riflettere sugli errori del passato?

21.01.2021 12:30 di  Redazione GrigiOnLine   vedi letture
Angelo Gregucci
Angelo Gregucci
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Avevamo già avuto modo di ripetere dopo le precedenti sconfitte che l’Alessandria non avrebbe più potuto permettersi di sbagliare. Invece, dopo una mini serie positiva (nella quale i grigi hanno ottenuto 4 vittorie e 2 pareggi in 6 partite) che ha fatto seguito al rovescio con il Renate, la formazione di mister Gregucci è nuovamente stata sconfitta nello scontro diretto casalingo con il Como.

Con questo risultato l’Alessandria chiude il girone d’andata al quarto posto, con 11 punti di ritardo dal Renate e 9, appunto, dal Como, formazioni con le quali ha anche perso gli scontri diretti. Se è vero che resta da giocare tutto il girone di ritorno, che metterà in palio 57 punti, è altrettanto vero che per recuperare il distacco a due avversarie si dovrebbe andare persino oltre il ‘miracolo sportivo’. Ma qui entriamo nel mondo dei sogni ed usciamo da quello reale.

Perciò sgombriamo subito il campo dalle illusioni e guardiamo in faccia la realtà.

L’andamento della partita con il Como - con un inizio molto faticato cui è seguita una fase centrale del match che ha visto i grigi più propositivi (ed anche un po’ sfortunati) ed un finale di gara nel quale gli ospiti hanno ineluttabilmente e  definitivamente punito i grigi con un contropiede devastante - paradossalmente fotografa alla perfezione il girone d’andata dell’Alessandria, cominciato con tre sconfitte nelle prime sei giornate, proseguito con un paio di serie di risultati utili e chiuso da una sconfitta interna, la terza su nove incontri giocati.

In tutto ciò balzano all’occhio alcuni elementi. Il primo è il modo di esprimersi al futuro di mister Gregucci (“diventeremo una squadra forte”, “lavoreremo”, “faremo”, ecc...) che ormai è diventata parte integrante della monotonia che caratterizza le sue conferenze stampa. L’altro è che non è spiegabile il fatto che, indipendentemente da tutto il resto, una squadra con l’età media più alta del girone ed un valore complessivo di mercato secondo soltanto a quello della Juventus U23 (che però è hors categorie sotto questo aspetto) non abbia finora avuto la capacità di trovare l’autostima e l’orgoglio necessari per affrontare un campionato di vertice.

Quanto sopra esposto sembra rendere inevitabile un avvicendamento sulla panchina dell’Alessandria. Soluzione che, se arrivasse, sarebbe comunque tardiva.

Un po’ come il mercato di riparazione che sta svolgendo l’Alessandria...