Riforma campionati. La Lega Serie B sostiene la proposta di Gravina

24.10.2021 12:00 di  Redazione GrigiOnLine   vedi letture
Gabriele Gravina
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Gabriele Gravina
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

L’assemblea dei club di serie B, svolta in videoconferenza, ha sancito il sostegno all’epocale riforma dei campionati proposta dal presidente federale Gabriele Gravina.

Si tratta di un cambio epocale nella struttura del calcio professionistico del nostro paese condiviso dai club della serie cadetta in un’ottica di stabilizzazione del sistema calcistico. Questo l’eloquente comunicato stampa che l’Ufficio Stampa della Lega Serie B ha diffuso.

Assemblea di Lega Serie B in videoconferenza. In apertura il presidente Balata ha illustrato una serie di incontri e di riunioni, di questi giorni, con l’obiettivo di ottenere nuovi ricavi per i club e facilitare l’accesso ai ristori previsti dopo la pandemia. Il delegato della Lega Serie B, all’interno dell’Epfl, Paolo Bedin ha poi relazionato circa l’Assemblea delle Leghe europee svolta a Milano, in particolare ha rappresentato la ferma contrarietà alla proposta di inserimento nel calendario Fifa del campionato mondiale ogni due anni. Dopo un confronto interno, le società della Lega Serie B si sono, quindi, schierate all’unanimità a fianco di Gabriele Gravina condividendo la necessità di una profonda riforma dei campionati, passo fondamentale per la stabilizzazione e la sostenibilità del sistema, approvando la proposta presentata dal presidente federale”. 

Abbiamo scritto di un cambio epocale, perché proprio di questo si tratta. Una rivoluzione che riguarderà da vicino l'Alessandria ed i suoi tifosi e che interesserà tutta la middle class del calcio nostrano. Ecco come il presidente della FIGC Gabriele Gravina immagina il futuro del calcio italiano.

"Tutti pensano che la riforma del calcio passi attraverso la riforma dei campionati – riporta Sky Sport – questo è fondamentale, certo, ma se la riduciamo a una semplice operazione matematica serve un ragioniere. La mia riforma è culturale. La cultura nel mondo del calcio credo che sia uno degli elementi più complessi da costruire e su quello sto investendo energie. La rivoluzione culturale comprende tutto: la modalità di investimento, la valorizzazione di due asset fondamentali quali infrastrutture e settori giovanili. Mi riferisco anche al controllo e alle modalità di gestione aziendalistiche, tenere i costi sotto controllo e cercare di aumentare i ricavi, cercare di vendere meglio il nostro brand. L'idea di fondo per la riforma è legata a un'esigenza: il nostro calcio è surriscaldato, cioè si spende troppo perché il divario a livello di mutualità è altissimo. C'è un rapporto di 1 a 20 tra la serie A e B, di 1 a 10 tra C e B e infinito tra C e dilettanti perché non c'è mutualità. Il rischio è retrocedere perché se retrocedi fallisci. La storia dice che su quattro società che vanno dalla B alla C tre, in uno o due anni, falliscono. La mia preoccupazione è raffreddare il sistema con delle fasce intermedie e poi arrivare, dalla stagione 2024/2025 ad avere, mi auguro con l'approvazione del Consiglio Federale, un campionato di Serie A, due di B, e poi la 'D elite' che si fonda con la Serie C con un semiprofessionismo abbastanza allargato. Poi ci sarà il mondo del dilettantismo che sarà vero, non professionismo di fatto. Il vantaggio sarà che la federazione metterà a disposizione delle risorse ma chiederemo un intervento governativo. Serve la modifica della 91 sul semiprofessionismo ma servono una serie di interventi e ne cito uno, l'apprendistato che è un diritto del mondo del calcio che rivendichiamo".