Moreno Longo: “Spendere non significa per forza vincere”

18.02.2021 08:30 di  Redazione GrigiOnLine   vedi letture
Moreno Longo
Moreno Longo
© foto di Federico De Luca

L’Alessandria rimedia un punto allo ‘Zecchini’ (leggi anche Grosseto-Alessandria 1-1, i grigi pagano ancora una volta le distrazioni), rimanendo in dieci per l’espulsione di Parodi nel momento in cui era necessario produrre il massimo sforzo alla ricerca della vittoria. Parte proprio da qui l’analisi di Moreno Longo, tecnico dei grigi, nel dopo-partita.

Direi che è stato un giallo pesante (il secondo di Parodi, n.d.r.) che ha condizionato molto la gestione dei cambi e degli ultimi trenta minuti. La squadra aveva fatto un buon primo tempo e si era immeritatamente sotto per 1-0, ma ha avuto un’ottima reazione rientrando dagli spogliatoi aggredendo nuovamente la partita e creando i presupposti per pareggiarla. La gara si era messa su ottimi binari, perchè il Grosseto non riusciva più ad uscire, ed un’ingenuità ci è costata cara perchè non abbiamo potuto giocarci maggiori chances per vincere. In dieci abbiamo comunque tenuto botta ed abbiamo ancora avuto una grossa occasione per fare nostra la partita”.

Se quella di Parodi è un’ingenuità, la rete del Grosseto è frutto di una ripartenza. “Abbiamo preso gol su una transizione. Una squadra che vuole essere protagonista, come l’Alessandria, deve fare la partita e può capitare di prendere una transizione come quella. Non dimentichiamo, comunque, che eravamo tre contro due su una palla calciata da 25 metri... Secondo me questa non è un’ingenuità, anche se dobbiamo migliorare la gestione delle palle sicure. Concedere una transizione all’avversario nell’arco di una gara credo sia possibile, anche se in questo caso ci ha punito oltremodo”.

Ribadisco il concetto - ha aggiunto Longo rispondendo alle domande - l’Alessandria deve fare il meglio possibile in questo campionato. Sono arrivato con la squadra a -11 dalla prima e mi è stato chiesto di fare il massimo per fare una rimonta. Lavoreremo su questo fino a che la matematica non ci dirà qualcosa di diverso. Altrimenti l’obiettivo diventerà cercare di migliorare il più possibile la nostra posizione playoff, per giocarli al massimo delle nostre possibilità. Ma, insieme alla società ed ai giocatori, stiamo programmando la preparazione di una squadra che verrà e che dovrà essere altamente competitiva”.

Alessandria che sta accusando qualche problema sugli esterni. “Parodi sta giocando con continuità a destra, prima lo faceva a sinistra, perchè abbiamo Mustacchio infortunato, e sta lavorando con grandissima disponibilità. Non gli si può chiedere grande qualità negli ultimi venti metri, perchè non è una sua caratteristica. Celia, invece, è reduce dal Covid e da domenica scorsa è stato catapultato dentro per necessità. Si vede benissimo che non è nella condizione ottimale. Purtroppo siamo corti sui quinti, Mora e Mustacchio sono fuori e le cose non cambiavano con altri a cui sono state date opportunità (Rubin, n.d.r.). Sono sicuro che Celia farà molto meglio, ma non sappiamo bene cosa lasci il Covid. La sensazione è che Celia faccia fatica ad essere continuo ed recuperare per via di una condizione fisica che tarda ad arrivare. Lo stesso Di Quinzio, che ha avuto un problema simile, solo oggi inizia a stare meglio. Il pallone da cui è nato il gol loro è stato uno scarico errato, a di Quinzio io chiedo di osare . Una squadra che vuole vincere non può avere nella testa la paura di perdere una palla. A noi servono coraggio e giocatori liberi di testa per provare le giocate”.

Il calcio è cambiato perchè tutte le squadre sono organizzate e sanno quello che devono fare - ha poi affermato Longo a proposito del valore oggettivo dei giocatori in campo - e l’organizzazione riduce il divario di valori. Soprattutto non bisogna pensare che spendere, prendere giocatori di categoria superiore sia equivalente a vincere. Posso fare l’esempio del Sudtirol, che ha giocatori funzionali alla categoria, e si gioca il primo posto con un budget ridottissimo. Organizzazione e programmazione significano anche questo. Noi sappiamo che la nostra proprietà fa grandi sacrifici, investe molto, e noi dobbiamo aiutare la nostra proprietà a far sì che questi sacrifici vengano tramutati in risultati. Questo attraverso il lavoro ed aiutando a scegliere calciatori che facciano la differenza sul campo. Con i nomi non andiamo da nessuna parte, quello che conta è il campo. La programmazione è mettere i tasselli giusti al posto giusto, creare una mentalità, creare un gruppo che diventi squadra al più presto possibile. Abbiamo già visto tanti casi che dimostrano che spendere non vuol dire vincere per forza. Ma siccome abbiamo grande rispetto per la nostra proprietà, io per primo sono qui per questo, non ci sottriamo dalle responsabilità e questo percorso dovrà metterla nelle condizioni di raccogliere ciò che vogliono raccogliere”.

Come ho detto - ha poi precisato il tecnico tornando a parlare della gara e proiettandosi anche sul prossimo impegno con il Pontedera - siamo corti numericamente sugli esterni, perciò abbiamo due opzioni. O cerchiamo di adattare qualcuno, cosa a cui stavano comunque già lavorando, oppure passiamo alla linea a quattro. Valuteremo in questi giorni quale sarà la scelta migliore”.

Stanco ha giocato la sua prima partita da titolare. “Sono soddisfatto di quello che ha fatto. È un ragazzo che meritava l’opportunità per come sta lavorando, con impegno sacrificio e dedizione al gruppo. Finora lo avevo chiamato in causa per pochissimi minuti per volta e lui si è sempre fatto trovare pronto con spirito molto positivo. Con tre partite in una settimana era giusto che avesse la possibilità di dimostrare di poter essere una scelta. Come ho detto sono soddisfatto di quello che ha fatto, non era facile giocare dall’inizio dopo tanto tempo. Sarà un’arma in più per noi”.