Dal sogno all’incubo. Disastro annunciato e nodi che vengono al pettine

10.05.2022 12:30 di  Redazione GrigiOnLine   vedi letture
Dal sogno all’incubo. Disastro annunciato e nodi che vengono al pettine
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

In attesa che Fabio Artico, diesse dell’Alessandria, prenda la parola nella conferenza stampa di domani, ci sentiamo in dovere di fare qualche analisi.

Partiamo con il dire che, ovviamente, non avevamo gli occhi foderati di salame. Il nostro portale GrigiOnLine.com ha deliberatamente scelto una linea editoriale ben precisa che aveva come unico obiettivo quello di contribuire ad una causa. Ci siamo resi conto fin dall’inizio del campionato – anzi ancora prima, ossia quando siamo andati a Cantalupa dove i grigi hanno svolto il ritiro estivo – che la permanenza nella serie cadetta sarebbe stata un’impresa tanto difficile quanto essenziale per l’Alessandria, intesa innanzitutto come squadra di calcio ma anche come città.

Proprio per questo abbiamo consapevolmente scelto di non mettere in discussione alcunché perché eravamo (e siamo) pienamente convinti che ci sia un abisso tra la serie B e la serie C e, quindi, abbiamo deciso di essere totalmente acritici nella speranza che l'Alessandria ottenesse la permanenza tra i cadetti.

Era inevitabile che, d’altro canto, ci fossero schiere di vati ed aruspici in grado di prevedere già tutto con largo anticipo. Probabilmente ne saremmo stati capaci anche noi, non dubitate. Ma abbiamo volutamente fatto finta di nulla. Non perché non ci fossimo resi conto della situazione ma semplicemente perchè abbiamo ritenuto fosse inutile emettere giudizi, peraltro scontati, prima del tempo. Giudizi che avrebbero avuto come unica conseguenza quella di destabilizzare ulteriormente un ambiente che non ne aveva certo bisogno.

Ora che l’amaro epilogo si è trasformato in una triste realtà è inevitabile che l’attività principalmente in voga sia quella di ricercare un capro espiatorio al quale addossare le responsabilità dell’esito nefasto di una stagione che ha fatto passare l’Alessandria dal sogno all’incubo nel giro di meno di undici mesi.

Potrà sembrare una scontata banalità ma non c’è un unico responsabile, questo concorso di colpe coinvolge a pieno titolo tutti coloro i quali hanno rivestito un ruolo all’interno dell’Alessandria 2021/22.

In ogni attività imprenditoriale, di qualunque tipo essa sia, il primo artefice di un successo è chi comanda il quale raccoglie, giustamente, gli onori dopo essersi fatto carico degli oneri. Allo stesso modo, allora, il primo responsabile di un tracollo, perché purtroppo di questo si tratta, non può essere che chi comanda.

Questa lettura, che a prima vista appare perentoria, si presta ad essere interpretata con un’infinità di sfumature. Spesso e volentieri, giusto per non dire sempre, le fortune (o le sfortune…) di chi comanda sono una diretta conseguenza delle scelte operate da coloro ai quali, per l’appunto da chi comanda, sono affidati i determinati compiti.

Il ragionamento appena esposto dimostra che il concetto di delega è tutt’altro che astratto. Chi comanda dovrebbe affidarsi a veri e propri specialisti per raggiungere gli obiettivi prefissati e dovrebbe avere la capacità (intesa in ogni senso possibile…) di metterli nelle condizioni di operare in una zona di confort.

Potere (e dovere…) scegliere i collaboratori più adeguati al ruolo implica capacità di analisi non scontate ed è una delle incombenze più rilevanti per chi comanda, giusto per concretizzare il concetto di delega appena esposto. 

Ora che il futuro dei grigi si è fatto improvvisamente nebuloso non possiamo che attendere prese di posizioni chiare ed inequivocabili.