Angelo Gregucci: “Noi dobbiamo decidere chi siamo in questo momento”

15.02.2020 11:30 di Redazione GrigiOnLine   vedi letture
Angelo Gregucci
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Angelo Gregucci
© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Vigilia dell’incontro Alessandria-Lecco che si giocherà domani al ‘Moccagatta’ con calcio d’inizio alle 17.30. Il tecnico dei grigi Angelo Gregucci, in conferenza stampa, ha presentato così la partita.

Le partite sono tutte delicate in un campionato dove, al netto della prima in classifica, regna un equilibrio totale. Gli episodi, la volontà determinano i punti in più o in meno, perché la lotta è serratissima. Il Lecco ultimamente sta facendo buoni risultati ed è un avversario molto pericoloso da prendere sotto il profilo dell’attenzione dell’agonismo e della solidità. Noi dobbiamo decidere chi siamo in questo momento e mettere sul campo tutto l’immaginabile. Leggere bene le situazioni, non commettere errori, essere disciplinati, dare senso di solidità, non mollare mai, essere molto attenti, interpretare le situazioni delicate. Che paradossalmente è quello che è mancato nel primo tempo a Gorgonzola. Dovremo necessariamente fare una partita più solida e, se l’equilibrio regna sovrano, capire che gli episodi e la lettura determinano il risultato è già un passo avanti”.

Le indicazioni me le dà l’allenamento – ha proseguito Gregucci – e quello che vedo durante la settimana è quello che propongo la domenica, non ho mai inventato. L’aspetto meritocratico, per me, è importante. Anche nell’ambito di campionati nei quali sono messi in discussioni parametri nascondono insidie particolari, come il minutaggio. Per me, in linea generale, non conta quanti anni hai. Se sei bravo giochi, se non sei bravo ti siedi e ti riproponi la settimana successiva”.

Gregucci ha proseguito parlando proprio di giovani e minutaggio. “Come la Giana Erminio anche il Lecco non ha giovani in distinta e, a proposito di solidità, tutti ora vanno a risultato. Al di là di quello che può essere una linea societaria i giovani devono anche rispondere presente. Sopportare le pressioni? Hanno vent’anni e giocano a calcio, le pressioni sono un’altra cosa. L’unica cosa che ho sempre detto è che a me l’ambiente di Alessandria non può raccontarmelo nessuno. Lo conosco da tanti anni e so perfettamente quali sono le dinamiche, anche se la squadra dove giocavo io ha poi portato cinque o sei giocatori in serie A. Io ho sempre lavorato per questa società con grandissima dedizione, perché se sono arrivato dove sono arrivato lo devo anche all’Alessandria. E questo non l’ho mai scordato”.