Quando impegno, dedizione ed applicazione non bastano per fare risultato

22.09.2021 12:30 di  Fabrizio Pozzi  Twitter:    vedi letture
Quando impegno, dedizione ed applicazione non bastano per fare risultato
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© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Scindere il risultato dalla prestazione di una squadra non sempre è cosa facile. Nel calcio spesso capita che una buona prestazione si concluda con un risultato positivo, anche se questa non si può considerare una regola. Del resto ci sono occasioni nelle quali l’esito di una prestazione mediocre è comunque un risultato positivo oppure circostanze nelle quali una buona prestazione si conclude con un risultato negativo. Per restare dalle nostre parti, le ultime sei partite ufficiali giocate dall’Alessandria (cinque in campionato ed una in Coppa Italia), nell’immaginario collettivo, rientrerebbero a pieno titolo in quest’ultima casistica.

Ma esistono davvero elementi che permettono di giudicare in maniera oggettiva la bontà della prestazione di una squadra?

Confondere la qualità della prestazione con l’impegno profuso dalla squadra nel suo complesso, oltre che da ogni singolo componente, è un errore che non possiamo permetterci. E non è una sottigliezza.

La partita giocata ieri con l’Ascoli ci permette di fare un’analisi con esempi concreti. L’Alessandria è partita forte alla ricerca del risultato ma, dopo aver creato un paio di potenziali occasioni da rete, già prima del quarto d’ora si è ritrovata sotto di un gol dopo a seguito di uno svarione difensivo innescato da Prestia e completato da Russo, con i ringraziamenti di Dionisi. Incurante dello svantaggio, che per come è arrivato avrebbe potuto devastare il morale di una squadra reduce da quattro sconfitte consecutive, la formazione di mister Longo ha ripreso a spingere con decisione rendendosi anche pericolosa in alcune circostanze – in una di queste un tiro di Arrighini evidentemente deviato dal braccio di Buchel in piena area è stato incredibilmente ignorato sia dal direttore di gara che dal Video Assistant Referee – per poi arrivare poco dopo la mezzora, quando un’uscita a vuoto di Russo su calcio d’angolo ha spalancato la porta al colpo di testa dell’italo-brasiliano Botteghin.

Sorvolando sull’inedita sostituzione del portiere nell’intervallo, i grigi hanno cominciato la ripresa con la ferma ed encomiabile convinzione di poter ribaltare il risultato. Ma dopo aver sprecato alcune invitanti palle gol – su tutte quella capitata sui piedi di Marconi – hanno capitolato per la terza volta a seguito di un gol in mischia con la difesa schierata, ma immobile, ad attendere l’esecuzione di Collocolo (un altro di quelli che hanno scelto proprio l’Alessandria per segnare la prima rete in serie B…). Neanche lo 0-3 ha fermato i ragazzi in maglia grigia che si sono riversati dalle parti di Leali con tutte le residue energie ed hanno trovato il meritatissimo gol della bandiera con Palombi. La rete ha galvanizzato la squadra che ha provato a gettare il cuore oltre l’ostacolo, ma si è inevitabilmente esposta a ripartenze, in particolare quelle condotte da Bidaoui, che avrebbero potuto rendere il passivo ancora più pesante.

Se la prestazione di un squadra è la somma delle prestazioni dei singoli, allora gli errori individuali (in difesa come in attacco…) che hanno caratterizzato partita, purtroppo, non possono indurre a giudicare come positiva la prestazione dell’Alessandria.

Piuttosto possiamo parlare dell’ennesima partita nella quale l’Alessandria ha messo una più che lodevole dedizione, nella quale l’Alessandria non ha mai smesso di crederci, nella quale l’Alessandria ha provato ad applicare al meglio delle proprie (limitate?) possibilità i dettami del tecnico.

Tutti elementi certamente declinati in maniera molto positiva dalla squadra proposta da mister Longo – e che si possono riassumere nel concetto di ‘impegno’ – ma che sono soltanto alcuni degli ingredienti che stanno alla base di una buona prestazione. Poi ci vogliono, per esempio, attenzione in difesa, concretezza in attacco, doti tecniche per limitare gli errori individuali, doti fisiche per riuscire a contrastare gli avversari e, perchè no, anche un po’ di fortuna.

In sostanza potremo parlare di prestazioni positive solo quando, oltre all’impegno, ci sarà anche tutto il resto. E allora sì che anche i risultati, cosa che più conta, potranno essere positivi.

Speriamo soltanto di non dover attendere troppo...