Quando il destino ti fa giocare una finale prima del tempo

27.05.2017 18:00 di Federico Capra Twitter:    vedi letture
Quando il destino ti fa giocare una finale prima del tempo
GrigiOnLine.com
© foto di Giuseppe Scialla

Parliamoci chiaro. Ha ragione Mauro Meluso nel definire Lecce-Alessandria una "finale anticipata" (ecco qui l'intervista al ds dei pugliesi). Perché nella mente di molti - se non di tutti - sarebbe stato questo il giusto atto conclusivo del cammino playoff. E non ce ne vogliano le altre formazioni non chiamate in causa. Ma sono certo che capiranno... Capiranno che Lecce e Alessandria, per come sentono il calcio, per come lo vivono, per come ne sono attratte, erano destinate allo scontro finale.

A quel dentro-fuori che avrebbe significato, per una, il raggiungimento di un obiettivo sfumato per un soffio nella regoular season, per l'altra, rimanere un altro anno in purgatorio. Già, in quel limbo fastidioso che i grigi cercano da tempo - almeno da quando è arrivato Luca Di Masi - di lasciarsi alle spalle. Del resto ogni volta che si aprono i giornali si leggono, quasi allo sfinimento, commenti come "un pubblico da serie B", "un sogno chiamato cadetteria", "una dirigenza da categorie superiori", "un organico che può ammazzare il campionato".

E stessa cosa si può dire del Lecce: partito coi favori del pronostico è arrivato solo secondo alle spalle di un Foggia sorprendente e schiacciasassi (per i grigi il discorso è un po' diverso dato che alla voce suicidio sportivo campeggia in parte la truppa all'epoca allenata da Braglia prima e da Pillon poi). Anche questo, in parte, accomuna le due squadre. Che ora sono costrette a sfidarsi anzitempo in una sorta di pre-finale per stabilire chi, tra mandrogni e pugliesi, strapperà il pass per un'altro giro di giostra. L'ennesimo di un sogno passionale che si chiama calcio.