Non basta reagire, o provare a farlo. Serve determinazione fin da subito

12.11.2020 08:30 di  Fabrizio Pozzi  Twitter:    vedi letture
Non basta reagire, o provare a farlo. Serve determinazione fin da subito
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© foto di Paolo Baratto/Grigionline.com

Se dobbiamo selezionare un’immagine per descrivere la gara disputata dall’Alessandria allo stadio ‘Città di Gorgonzola’ non possiamo che scegliere l’azione dalla quale è scaturito il gol del vantaggio dei seriani. Rivediamola. Petrungaro percorre 50 metri della fascia destra dell’Alessandria a velocità quasi doppia di quella degli avversari, che non hanno neppure avuto la lucidità – si badi bene, eravamo solo al 12’ – per provare a fermarlo, con le buone o le cattive. Giunto sul fondo l’esterno dell’Albinoleffe centra verso l’area, dove i difensori sono in superiorità numerica, ma a tirare è Manconi, contenuto a fatica da Blondett e Pisseri. Sulla palla vagante che viene a crearsi ad un metro dalla porta, con i difensori inspiegabilmente fermi, Cori è il più pronto ed insacca a porta vuota.

In questa sequenza c’è il sunto di una partita che l’Alessandria ha affrontato senza determinazione e cattiveria agonistica. Prova ne è il fatto che raramente la formazione di Gregucci è stata in grado di approfittare di una ‘seconda palla’ e sono ancora più sporadiche le occasioni nelle quali i giocatori grigi sono riusciti a spuntarla in un duello individuale. Per la cronaca quello che abbiamo descritto era l’undicesimo gol finora incassato in campionato – poi è arrivato anche il dodicesimo con il rigore trasformato da Cori – quindi risulta ormai fin troppo evidente che la fase difensiva non funziona. Cambiano gli interpreti, ma non il risultato, perciò è necessario individuare immediate contromisure. E non diciamo prima che sia troppo tardi, perché è già troppo tardi.

Se la fase difensiva non funziona in generale, durante la partita di ieri non ha funzionato neppure quella offensiva. Abbiamo contato troppe occasioni nelle quali, soprattutto da sinistra, Celia e Di Quinzio hanno proposto palloni invitanti nell’area avversaria. Nonostante questo gli attaccanti grigi sono riusciti ad avere la meglio solo in rari episodi, comunque mai decisivi. Aspetto che ha messo in luce, ancora una volta, una preoccupante carenza di combattività.

Mentre la classifica, inesorabilmente, si allunga non vorremmo che le tre vittorie consecutive – diverse tra loro ma comunque convincenti – avessero fatto abbassare il livello di concentrazione ad un gruppo che, evidentemente, ha invece un disperato bisogno di essere stimolato in continuazione per poter rendere al meglio.

Pensandoci bene, però, non dovrebbero essere i risultati negativi – come accaduto nelle prime giornate di campionato – a suscitare la reazione. Non si deve arrivare a questo punto. Invece questo è accaduto anche nelle ultime due partite, quando la squadra ha reagito (o, come ieri, ha provato a farlo…) solo dopo essere passata in svantaggio. Certamente carattere, ambizione, voglia di vincere e tutto il resto sono prevalentemente doti innate, ma spesso è necessario che l’allenatore, magari con l’aiuto del diesse, sappia toccare le corde giuste per farle emergere.

Forse un primo passo in questa direzione è già stato compiuto. Abbiamo, infatti, molto apprezzato il fatto che mister Gregucci non abbia accampato scuse per giustificare la sconfitta, sebbene ne avesse a disposizione e che elenchiamo noi. Ieri l’Alessandria accusava assenze importanti come quelle di Gazzi e Corazza, tornava in campo dopo tre giorni – tra l’altro a seguito di una gara molto dispendiosa sul piano fisico e mentale come quella con il Livorno – contro un avversario che, invece, non giocava dal 1 novembre scorso. E, non ultimo, il terreno di gioco non poteva che favorire chi aveva l’intenzione prima di tutto di difendersi. Ecco, non aver affrontato questi argomenti nel post-partita potrebbe essere letto come il segnale che la squadra deve definitivamente assumersi le proprie responsabilità…