La continuità è un’altra cosa

13.11.2017 08:00 di  Fabrizio Pozzi   vedi letture
La continuità è un’altra cosa
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© foto di Giuseppe Scialla

Lo abbiamo già scritto e ne siamo convinti. Al di là delle parole, dei moduli e delle prestazioni dei singoli, la cui valutazione è necessariamente opinabile, il giudizio più oggettivo della realtà possono darlo solo i numeri. Ed i numeri dicono che nelle ultime tre partite, che nelle intenzioni e nelle parole dovevano e potevano segnare il definitivo rilancio di ambizioni comunque ridimensionate, è stata raccolta la miseria di tre punti. Ossia un punto a partita. Il vero e più preoccupante paradosso è che questa media parziale è addirittura migliore di quella complessiva. Dopo più di un terzo del campionato, infatti, l’Alessandria ha raccolto dodici punti in tredici partite, cioè 0,92 (!) punti a partita.

Da questo punto di vista, però, la gara di Lucca non ha certo aggravato una situazione comunque già deficitaria e compromessa anche dopo la bella prestazione con l’Olbia. Fatte salve tutte le attenuanti che descrivono la sconfitta del ‘Porta Elisa’ come un po’ diversa  ed un po’ uguale alle quattro precedenti, non si può negare che il nuovo cambio di modulo operato nel tentativo di arginare l’inferiorità numerica a centrocampo abbia penalizzato l’approccio alla gara rendendo tardiva la reazione. Così come la scelte operate da mister Stellini, al cospetto di un avversario in piena emergenza, lasciano più ombre che luci e non possono essere giustificate solo con il turn-over conseguente alle tre partite in sei giorni.

La parola d’ordine alla vigilia della trasferta in terra toscana era “Continuità!”. Non vogliamo credere che la franca affermazione di giovedì scorso sia stata frutto di un episodio estemporaneo, ed il secondo tempo giocato a Lucca è lì a dimostrarlo. Ma bisogna stare attenti a non addebitare solo alla sfortuna ed alle decisioni arbitrali avverse la quinta sconfitta stagionale.

Perché la continuità è un’altra cosa…