Anche dentro un 'grande' stadio la solfa non cambia: il Debrecen perde
La storia ha fatto il suo corso. Il Debrecen saluta l'Europa League dove era ospite inaspettato e torna a giocarsela nel modesto campionato ungherese nella speranza, un giorno, di poter far un passo ulteriore verso il grande calcio. Sì, ma perché allora parliamo di questo in un sito dedicato all'Alessandria Calcio? Semplice, lo facciamo per campanilismo Puro e semplice. E il campanilismo ci porta un po' a gioire per l'eliminazione senza appello del Debrecen. Soprattutto dopo che il capitano Daniel Tőzsér aveva vomitato - lasciateci esagerare - il suo veleno contro il Moccagatta (leggi anche: Debrecen, Tozser: “Moccagatta di basso livello per un match di Europa League”).
Riassumendola alla buona il capitano degli ungheresi si era lamentato per dover disputare un match di Europa League in uno stadio, il Moccagatta, con una capienza massima di 8mila spettatori. “È un po’ strano giocare in questo stadio, come qualità è di basso livello”, aveva detto. Fatto sta che nel nostro 'Mocca' Tozser e compagni sono tornati a casa con le pive nel sacco, tre per la precisione.
Colpa sicuramento di quegli 8mila posti che non soddisfacevano i grandi palcoscenici abituati a calcare dagli ungheresi. Ieri la possibilità del riscatto. Per lo più in casa e in uno staio, il Nagyerdei, che come capienza massima ha oltre 20mila seggiolini. E allora si che la solfa... non è cambiata. Il Debrecen ne piglia quattro ed esce dall'Europa League nonostante il pubblico delle grandi occasioni. Colpa del Mocca? Non crediamo. Forse la colpa principale sta nei differenti valori in campo. Tecnico-tattici certamente, ma dopo le passate esternazioni, forse anche un po' umani.